Francesco Pollet
Storia dei film
Era il 1956 con i primi risparmi mi comprai la mia prima macchina fotografica, una Bencini Comet, oggi nella collezione di Diego A., la fotografia mi interessava e mi appassionava, fotografai di tutto, oggi non ho più niente. Segui un fortunato recupero di una Carl Zaiss Contaflex, che ho ancora ma ormai non serve più.
Nel 1962 mi interessai dei film, ma non nel loro contenuto, la tecnica di ripresa e di proiezione mi era di grande interesse.
Un giorno di quell’anno andai in cabina di proiezione del cinema Italia, che si raggiungeva tramite una scala in tondini d’acciaio ad U cementati nel muro, vi trovai un operatore di nome Giovanni, le chiesi se potevo assisterlo ed aiutarlo gratuitamente, mi guardò mi chiese se volevo solo vedere i film gratis, alla mia risposta d’interesse tecnico acconsenti.
Era una strana persona, bassa di statura con una gobba evidente, parlava poco ed era propenso dare ordini, chiarito che non ero li per andare a prendergli le sigarette accettò la mia presenza e mi diede degli incarichi, riavvolgere le bobine proiettate, controllare la distanza dei carboni dell’arco voltaico d’illuminazione del proiettore e regolare l’allineamento della banda audio a lato dei fotogrammi, per ottenere una riproduzione del suono gradevole senza distorsioni o rumori di fondo.
Passate alcune settimane gli faceva piacere vedermi, andavo li verso le 20 e me ne tornavo a casa verso le 23. Mio padre non capiva questo mio interesse per la tecnica di proiezione e venne più volte a trovarmi. Giovanni faceva qualche riparazione di radio gli portai quella di mio padre, gli cambiò due valvole e ritornò come nuova.
Non riuscivo a capire come una persona potesse stare tutti i giorni 7 ore al giorno chiuso in quel locale, per 7 giorni alla settimana, ed il mercoledì e giovedì due ore in più, per il film pomeridiano dei giovani. Le chiesi se avesse fatto sempre quel lavoro e mi spiegò che prima della guerra i cineoperatori che riprendevano erano anche coloro che poi proiettavano, quella mi disse era la sua professione ormai da 40anni, interessante ma limitata pensai.
Un giorno vidi a terra due pizze di film in contenitore d’altri tempi, le chiesi cos’erano mi rispose cose vecchie non più interessanti, la cosa mi incuriosì, passò una settimana e le chiesi se fosse possibile rivederli, mi spiegò che la tipologia del supporto era pericolosamente infiammabile ( nitro cellulosa ) e con quella macchina ad arco voltaico era impossibile. Qualche tempo dopo gli proposi di rivedere anche solo in parte quei film, tramite il riavvolgitore un lampada una lente ed un vetro smerigliato, vidi che rimase meravigliato quasi voleva farlo, ma poi mi disse che non potevamo, i tempi di proiezione del film in corso non lo permetteva, dovevamo rivolgere le bobine proiettate.
Dopo alcuni mesi mi stufai, era sempre la stessa cosa, andai sempre meno ed un giorno le dissi che dovevo studiare e pertanto non l’avrei potuto più aiutare, mi propose una mancia a fine settimana, ma avevo deciso. Le dissi che mi aveva fatto piacere conoscere la tecnica di produzione, ma che avrei tanto gradito vedere il contenuto delle due pizze.
Si fermo, mi chiese se avevo ben capito la pericolosità del supporto, gli confermai di si.
Voltandosi senza parlare andò nell’angolo prese le pizze e mi disse, io te le regalo ma non proiettarle subito, aspetta d’essere più grande e quando lo fai ricordati che non scherzavo sono veramente pericolose.
Presi le pizze andai a casa ed il giorno dopo le riposi in cantina in una grande scatola di lamiera e per molto tempo le dimenticai.
Erano gli anni 70 mi sposai e cambiai casa, un giorno mia madre mi telefonò e disse, vieni a prenderti quella scatola che hai in cantina dobbiamo liberarla.
In quel tempo conoscevo due fratelli taxisti amanti dei film, fratelli G., diedi a loro tutto per vedere il contenuto, passo il tempo, cambiarono gli interessi ed aumentarono gli impegni, pertanto dei film me ne scordai.
Vent’anni dopo un amico Tony R. mi disse, devo farti vedere una ripresa fatta con la videocamera in un fuori orario al cinema di Via C. W., quando vidi quel filmato riconobbi subito la provenienza, Tony avrebbe voluto alcuni fotogrammi originali, gli promisi di recuperarli.
Una volta in pensione trovai uno dei fratelli G. e le chiesi di quei filmati, non c’era problema qualche tempo dopo la moglie M. me li preparò e me li diede contenta, non voleva quelle cose a casa sua.
Ma come potevo riutilizzarli, andai in rete cercai chi poteva convertirli, trovai una ditta di Vicenza 7€ al minuto 100 minuti 700€, in un formato 16/9 con due bande nere laterali in quanto i fotogrammi dei film 35mm sono in formato 4/3, avrebbero dovuto costruire un casetta a doc., per la pericolosità del supporto, per le mie tasche era troppo decisi diversamente.
Autocostruirmi un sistema per la conversione, un supporto per le due bobine, piena sopra vuota sotto, una motorizzazione sincronizzata che facesse avanzare di un solo fotogramma il film in una sella dedicata, progettai e costruì un obiettivo macro per la mia digitale, un sistema di illuminazione semplice in quanto tutto in B.N. e mi misi a fotografare. Il tutto durò 4 mesi, feci circa 78000 scatti, la macchina fotografica si resettò 8 volte, alla fine mi dedicai alla ricomposizione dei filmati, usando fotogrammi in 4/3 da 2Mb cad.
Ne uscirono una serie di filmati ripersi dal 1922 in poi come:
L’assembramento di Napoli quale prova della conquista del potere
La marcia su Roma con le varie attività ed i sostenitori
Il corteo delle fiabe 1926
Una replica fascista del 1936
Un anteprima del film La bionda del 1940-42
Uno spezzone di film con Raimondo D’Inzeo riconosciuto da mio nipote Paolo F.
Ed altri spezzoni senza riferimenti
Ritengo che questo materiale possa essere utile per la conoscenza di quanto illustra.
Ci avviciniamo ai cent’anni da quei tempi, il contesto è sicuramente cambiato, i giocatori sono sicuramente cambiati, sono subentrati altri multinazionali, ma il risultato non cambia.
Francesco Pollet.