In realtà i miei anni settanta cominciano già negli anni sessanta. Riflettendo oggi sembra che tutto quello che di “importante” ho fatto, abbia a che fare con la musica, ed è per questo che ho ricordi vaghi di tutto il periodo che precede la scoperta della musica.La musica entra prepotentemente nella mia vita all’inizio degli anni sessanta, ed è questo il decennio propedeutico a ciò che ho realizzato in ambito musicale nel decennio successivo. I miei maestri in ordine cronologico sono: the shadows (quelli di apache e atlantis), the beatles (quelli di…c’è proprio bisogno di ricordarlo?), the who (quelli di my generation e tommy), Jimi hendrix (che ci lascia all’inizio del decennio, il 18 settembre del 1970).Nel 1970 sono a Milano, iscritto alla Statale (lettere e lingue straniere), nel pieno fermento della contestazione studentesca.I miei interessi politici sono però tiepidi in confronto alla forte e quasi fanatica attrazione verso la musica. Ed è in quegli anni che “fare musica” è divenuto la mia scelta professionale. Ho nostalgia dei due mesi passati a Londra verso la fine del 1969, mi hanno dato un indirizzo e un’impronta musicale valida ancora oggi. Mentre ero alla Statale abitavo a Sesto San Giovanni, ma casa mia è in galleria del corso e Piazza Beccaria, indirizzo e domicilio della discografia italiana di allora.Per una piccola casa discografica incido un mio brano (sole negli occhi) che qualche mese dopo partecipa al “disco per l’estate”,la fortuna però guarda altrove.In studio però lavoro con diversi cantanti ed autori di nome e di grande valore, ad esempio i Giganti e Fred Bongusto mi coinvolge affiancandomi al suo arrangiatore Josè Mascolo, per aggiungere un tocco “giovane” e moderno ad una sua produzione (chitarra e cori; il sottoscritto, basso: il bassista dei New Dada che poi suonerà nella band di Renzo Arbore, alla batteria Tullio De Piscopo). Con Victor, Franco e Alfio dell’ Equipe 84 faccio prove per alcune settimane come sostituto di Maurizio Vandelli, ma il progetto non decolla. Deluso torno a Merano, dove trovo lavoro (come factotum…dal ramazzare la sala al session man, dal compositore ed arrangiatore ad infilare booklets nelle cassette) nel primo studio di registrazione professionale in Alto Adige. I primi due anni realizzo alcuni miei progetti musicali.Incido i miei brani con un gruppo , cui è stato imposto,contro il mio volere, il nome poco fantsioso di Free Fantasy. L’ “ellepi” ricco di 12 brani esce con etichetta Warner Bros ed il gruppo si esibisce, in rappresentanza dell’Italia,al simposio della Warner a Montreux. Nel ’76 causa un diverso orientamento artistico dello studio di registrazione e la mia necessità di guadagnare il pano quotidiano, mi costringono ad accettare compromessi musicali che non mi rendono particolarmente felice, Sul finire del decennio suono con un gruppo da “fritto misto”, per intenderci una band che suonò di tutto, dalla musica folkloristica al rock and roll, dalle canzoni italiane al top 40…un repertorio non esattamente allineato col mio gusto. negli ultimi mesi degli anni ’70 scrivo Italia Signora, un brano con cui do inizio, pieno di speranze, ad una carriera più compatibile con il mio modo di vedere e fare musica, anche se la musica italiana non ha mai occupato un posto importante nel mio cuore irrequieto.
Riuscirà il nostro “eroe” a cavare un ragno dal buco negli anni 80? la risposta alla prossima puntata…
mike frajria composuit
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