Gino Nalini
Nasco il 2 settembre del 1964 a Merano.
Ho trascorso l’infanzia come quasi tutti i bambini di Maia Alta (non quelli ricchi !), diciamo come tutti i bambini che bazzicavano la zona di Lazago.
Ricordo le mille avventure lungo il fiume Passirio … in estate lo sfidavamo col materassino ! Ho imparato a nuotare nelle vasche del mitico Fritz…
In inverno ricordo le battaglie a palle di neve tra tedeschi e italiani. Ma non c’era troppa cattiveria … era comodo per fare le squadre ☺
E poi le slittate giù per i pendii che dal vicolo Lazago scendevano verso il Passirio. Addirittura mi ero creato una mini pista da sci ed un anello per lo sci da fondo. Da i 10 anni in su facevo quello che volevo ma se tornavo a casa troppo sporco mia madre me le mollava col battipanni !
A volte, mia madre , mi faceva qualche regalo insolito: un giorno di gennaio, mentre nevicava in maniera copiosa, mise un po’ di neve in un bicchiere e ci aggiunse del Vermouth. Mi disse : bevilo ma non dirlo a tuo padre! Fu il cocktail più’ buono di sempre!
Ringrazio, invece, mio padre che mi ha fatto amare la natura e lo sport. Mi dava consigli e soprattutto mi dava fiducia. Di rado mi diceva “bravo” anche se ero uno sciatore provetto. Di partite di pallavolo ne ho fatte tante ma ho visto mio padre solo una volta in tribuna per forse 5 minuti . Ma andava bene lo stesso: era fatto cosi ma sapevo che era fiero di me. Anche nel campo fotografico non si sbilanciava troppo nel giudicarmi: si comprò una Canon … dopo una settimana divenne praticamente la mia prima reflex ☺ Borbottava solo quando andava a ritirare le stampe da Vaccaro o da Daldossi… visto che il conto lo pagava lui.
Penso alla mia infanzia e … sorrido . Semplice ma piena di emozioni.
Come tutti i bambini ho giocato a pallone sia col Passirio che con l’AC Merano .
Volevo fare il portiere in quanto la corsa non era il mio forte… ma ero anche piuttosto coraggioso e tuffarmi non mi faceva paura. Ero un bambino timido e piuttosto introverso e questo un po’ ha danneggiato la mia carriera sportiva specialmente nello sci. Gareggiavo per lo sci club Avelengo fino alla fine della terza media. Poi la scelta di iscrivermi alle ITI di Bolzano ha fatto in modo di abbandonare lo sci agonistico … era per me impossibile allenarmi .
Nel 1978 l’Italia di pallavolo vinse la medaglia d’argento e cio’ mi spinse ad entrare nel mondo del volley. Assieme ad alcuni miei amici decidemmo di iscriverci allo Sport Club Meran/o, squadra nella quale ho sempre militato.
Ho giocato in tutte le categorie giovanili vincendo per 2 anni consecutivi il campionato provinciale Juniores. A 17 anni entrai a far parte della prima squadra che militava nel campionato regionale di C2.
Da giocatore ho partecipato a numerosi campionati regionali di serie C2 e D e ad un campionato interregionale di C1 . Ho anche allenato le squadre femminili dello SCM. Nel 1995 un grave incidente sugli sci mi costrinse a fermarmi per qualche mese a giocare a pallavolo . Ripresi l’anno successivo con la mansione di giocatore/allenatore della serie D. Ho allenato la prima squadra maschile portandola fino in serie C , dopodiché decisi di intraprendere la carriera di DS . Dissi addio alla pallavolo nel febbraio 2002.
Gli anni dal 78 al 84 passarono tra scuola (ITI di BZ dove mi sono diplomato in elettrotecnica) , pallavolo e anche un po’ di fotografia.
Nel 1985 arrivò la cartolina militare: scelsi di fare il carabiniere per evitare la noia ma anche il nonnismo della naia “normale”. Fu un anno “diverso” che non scorderò mai , pieno di episodi ed esperienze che mi hanno aiutato poi nella vita quotidiana.
Pochi mesi dopo il congedo partii per Bologna per il corso pre-assunzionale della Sip. Corso di 6 mesi che mi consentira’ di lavorare nelle centrali di commutazione della Sip (Telecom Italia).
In Telecom ho passato quindici anni in linea di massima piacevoli . L’ambiente non era male ed i colleghi di reparto si andava d’accordo. Spesso facevamo gite insieme in montagna sia in estate che in inverno. Il lavoro in se era interessante anche perché’ in quegli anni vi era il passaggio dall’analogico alla tecnica numerica, per cui ci si doveva aggiornare di continuo.
Gli anni dal 1987 al 2002 passarono piuttosto in fretta … sarà stata l’età oppure alle molteplici attività che svolgevo. Oltre al lavoro, giocavo ed allenavo a pallavolo e dai primi anni 90 la fotografia stava entrando prepotentemente a far parte della mia vita. In piu’ mi sposai nel 1992 con Laura Mautone. Il destino volle che il nostro matrimonio durasse come nella media nazionale: 7 anni ☹
La fotografia appunto….
Anche se ho passato alcuni anni col foto club Immagine di Merano mi considero un “puro” autodidatta.
Iniziai a fotografare paesaggi per poi passare ai ritratti e alla fotografia di moda.
I primi si trasformarono in reportage di viaggio : città europee , New York e per ben 5 volte l’Australia. Si , l’Australia… nel 1995 dopo la morte di mio padre ebbi il bisogno di andare il più lontano possibile….
Presentai i miei primi 2 viaggi in Australia in varie serate in Alto Adige , una delle quali fu a Merano (On the road again ).
Anche la famosa rivista Meridiani si interessò alle mie foto “australiane” ma con grande rammarico, le foto che la redazione selezionò non vennero pubblicate.
Nel libro intervista “Che cos’è la poesia ?”scritto da Laura Mautone, vennero pubblicati i miei primi ritratti (libro stampato nel maggio 2002).
Nel frattempo, tra gli anni 1998 e 2001, inizia il mio cammino nel mondo della fotografia per cosi dire fashion. L’incontro con Ingrid Mayr e Cristina Ferretti fu determinante. Con la Mayr mi occupavo di creare i book dei modelli/e che facevano parte della sua agenzia e con la Ferretti (che rappresentava l’Athesia) ho collaborato in vari progetti tra quali Miss Suedtirol come fotografo ufficiale (nel 2001 e nel 2007).
Durante gli anni 1998-2001 unire pallavolo-lavoro-fotografia stava diventando sempre più difficile… ed ecco che arrivò il momento della svolta.
Il 20 gennaio 2002, durante il mio quinto viaggio in Australia, incontrai Lisa, una ragazza di Sydney la quale cambiò per sempre la mia vita.
Ricordo il 2 marzo 2002 giorno in cui consegnai al mio capo della Telecom la lettera di dimissioni . Tutti pensarono che fossi impazzito. Quando però Lisa venne in Italia per conoscere la mia famiglia ed i miei amici…. Tutti pensarono che in fondo non ero del tutto impazzito…
Il 23 giugno 2002 dopo una stupenda festa d’addio, ci imbarcammo per la volta di Sydney, la mia nuova città, mia nuova vita.
Purtroppo nel 2006 un brutto male portò via Lisa per sempre. Fu dura restare,
fu dura continuare. Ma penso che sia stata l’esperienza di vivere a fianco di una persona cosi coraggiosa che mi abbia dato “la voglia”di continuare il mio cammino.
A livello fotografico penso di aver fatto dei buoni passi in avanti soprattutto dal 2006 fino ad oggi direi, in quanto ho avuto l’occasione di lavorare per diverse riviste australiane. Ma anche il confronto con altri professionisti mi ha dato lo spunto di creare vari progetti fotografici.
Il confronto è il miglior modo per crescere in qualsiasi ambito, perché’ non si è mai arrivati alla fine !
Nonostante la mia vita qui in Australia non sia stata sempre rosa e fiori… posso ringraziare il cielo perché’ riesco a fare quasi sempre ciò che amo e… amo ciò che faccio!
www.ginonaliniphotography.com
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2 risposte a “Gino Nalini”
Bel racconto di vita di una persona che ho conosciuto e che adesso conosco di più
Grazie Claudio, molto gentile da parte tua!